Among the many aspects we know and come out of Le Corbusier’s versitile figure that he built over time is also that of interior designer or, as I would say, an architect of contained spaces, or even better delimited spaces; spaces that in all of his works have always been the soul of the architectural phenomenon, and the reason for his construction. Spaces that physically assume the representation of a way of understanding the needs of the human being. Human being meant as a complex machine; as a body, physical expression of the material dimension, and a soul, immaterial expression of the spiritual dimension. A human being, therefore, that in all the work of Le Corbusier is not merely a unit of measure of space, but is always considered as the ultimate end of the project’s action, a highly emotional sensor able of capturing and processing inwardly those irrational and metaphysical aspects that constitute the “unsaid” component of the architectural space which, when percieved, arouse emotion.

Tra i tanti aspetti che conosciamo ed emergono dalla poliedrica figura di progettista che Le Corbusier ha costruito nel corso del tempo c’è anche quella di architetto d’interni, o come preferisco dire, di architetto degli spazi contenuti, o meglio ancora degli spazi delimitati; spazi che in tutte le sue opere sono sempre stati l’anima del fenomeno architettonico, la ragion d’essere della sua costruzione. Spazi che assumono fisicamente la rappresentazione di un modo d’intendere i bisogni dell’essere umano. Uomo inteso come macchina complessa; come corpo, espressione fisica della dimensione materiale e anima, espressione immateriale della dimensione spirituale. Uomo dunque che in tutta l’opera Le Corbusieriana non è solo assunto ad unità di misura dello spazio ma è sempre considerato come fine ultimo dell’azione progettuale, sensore emotivo raffinatissimo, capace di cogliere ed elaborare interiormente quegli aspetti irrazionali e metafisici che costituiscono la componente “indicibile” dello spazio architettonico e che, nell’atto della percezione, suscitano l’emozione.

Le Corbusier e il progetto degli interni tra dimensione razionale ed espressione poetica / Grimaldi, Andrea. - STAMPA. - 9(2016), pp. 195-205.

Le Corbusier e il progetto degli interni tra dimensione razionale ed espressione poetica

GRIMALDI, ANDREA
2016

Abstract

Among the many aspects we know and come out of Le Corbusier’s versitile figure that he built over time is also that of interior designer or, as I would say, an architect of contained spaces, or even better delimited spaces; spaces that in all of his works have always been the soul of the architectural phenomenon, and the reason for his construction. Spaces that physically assume the representation of a way of understanding the needs of the human being. Human being meant as a complex machine; as a body, physical expression of the material dimension, and a soul, immaterial expression of the spiritual dimension. A human being, therefore, that in all the work of Le Corbusier is not merely a unit of measure of space, but is always considered as the ultimate end of the project’s action, a highly emotional sensor able of capturing and processing inwardly those irrational and metaphysical aspects that constitute the “unsaid” component of the architectural space which, when percieved, arouse emotion.
2016
Per Le Corbusier. Corbu dopo Corbu 2015/1965
978-88-7462-857-5
Tra i tanti aspetti che conosciamo ed emergono dalla poliedrica figura di progettista che Le Corbusier ha costruito nel corso del tempo c’è anche quella di architetto d’interni, o come preferisco dire, di architetto degli spazi contenuti, o meglio ancora degli spazi delimitati; spazi che in tutte le sue opere sono sempre stati l’anima del fenomeno architettonico, la ragion d’essere della sua costruzione. Spazi che assumono fisicamente la rappresentazione di un modo d’intendere i bisogni dell’essere umano. Uomo inteso come macchina complessa; come corpo, espressione fisica della dimensione materiale e anima, espressione immateriale della dimensione spirituale. Uomo dunque che in tutta l’opera Le Corbusieriana non è solo assunto ad unità di misura dello spazio ma è sempre considerato come fine ultimo dell’azione progettuale, sensore emotivo raffinatissimo, capace di cogliere ed elaborare interiormente quegli aspetti irrazionali e metafisici che costituiscono la componente “indicibile” dello spazio architettonico e che, nell’atto della percezione, suscitano l’emozione.
Le Corbusier; architettura degli interni; convento de la Tourette
02 Pubblicazione su volume::02a Capitolo o Articolo
Le Corbusier e il progetto degli interni tra dimensione razionale ed espressione poetica / Grimaldi, Andrea. - STAMPA. - 9(2016), pp. 195-205.
File allegati a questo prodotto
File Dimensione Formato  
Grimaldi_Le Corbusier-interni_2016.pdf

solo gestori archivio

Note: saggio
Tipologia: Documento in Post-print (versione successiva alla peer review e accettata per la pubblicazione)
Licenza: Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione 7.5 MB
Formato Adobe PDF
7.5 MB Adobe PDF   Contatta l'autore

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11573/967988
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact